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Come scegliere la scuola di psicoterapia? In base a che cosa scegliere una scuola rispetto ad un’altra? In quale modello o approccio psicoterapeutico specializzarsi?

Queste sono alcune delle tante domande che, una volta terminata l’esperienza di tirocinio e superato l’esame di stato, ti troverai ad affrontare e che condizioneranno i tuoi prossimi quattro anni e la tua futura carriera da psicoterapeuta.

Se sei un giovane psicologo o medico e sei indeciso su quale scuola di psicoterapia orientarti, sei nel posto giusto!

Questo articolo ti fornirà degli strumenti di supporto e dei consigli utili per poter prendere questa decisione fondamentale per la tua carriera professionale.

La scuola di psicoterapia, infatti, ti insegnerà il mestiere di psicoterapeuta e contribuirà in modo determinante a fare di te il professionista che un giorno diventerai.

Fai la scelta giusta!

Indice

Come scegliere la scuola di psicoterapia e come orientarsi tra i vari approcci e modelli clinici

1. Scuole ad orientamento psicoanalitico o psicodinamico

2. Scuole di psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale

3. Scuole di psicoterapia ad orientamento sistemico relazionale

Una volta scelto il modello? Ecco 6 consigli utili su come scegliere la scuola di psicoterapia

1. La pratica è importante! Scegli una scuola di psicoterapia che ti introduca subito nella professione

2. Partecipa agli open day e fai domande ai docenti

3. Chiedi consiglio ad allievi e ex allievi ormai terapeuti in carriera

4. Non farti condizionare dai costi di iscrizione

5. Capisci se la scuola ha un network scientifico e professionale nazionale e internazionale

6. Scegli la scuola di psicoterapia in sintonia con te e con la tua storia

La scuola di psicoterapia sistemico relazionale EIST: questa è un’occasione per conoscerci meglio

Come scegliere la scuola di psicoterapia e come orientarsi tra i vari approcci e modelli clinici

Sei confuso su come scegliere la scuola di psicoterapia? Non sai proprio da dove partire per affrontare questa scelta così importante?

Capiamo perfettamente la tua indecisione! 

Ci sono tanti orientamenti di psicoterapia e tanti modelli terapeutici differenti uno dall’altro. Per di più anche all’interno dello stesso approccio psicoterapeutico ci sono scuole con caratteristiche diverse e con percorsi didattici unici.

Quindi, la prima scelta che dovrai fare riguarderà il modello clinico.

In passato i vari modelli erano in competizione fra loro e ognuno di essi cercava di definirsi migliore e “arroccarsi” sulle proprie posizioni.

Attualmente questo atteggiamento è in larga misura cambiato. 

I modelli terapeutici, soprattutto quelli più accreditati e presenti nel dibattito scientifico contemporaneo, dialogano molto di più tra loro rispetto al passato.

L’accrescersi degli scambi ha ridotto sensibilmente le differenze fra i modelli.

Le differenze sono, però, ancora sostanziali, soprattutto a livello di prassi psicoterapeutica.

Rispondere a questi interrogativi potrebbe darti un primo aiuto:

  • Quale modello psicoterapeutico è più confacente alla mia esperienza? Quale approccio è in grado di spiegare meglio e risolvere le difficoltà e i problemi che io stesso ho incontrato nella vita o che hanno affrontato le persone a me vicine?
  • Quale modello esprime una prassi terapeutica che si adatta meglio a come sono, alla mia personalità e alle mie attitudini?

Naturalmente non hai tutte le conoscenze per rispondere a queste domande, ma l’intuizione ti può orientare.

Gli indirizzi terapeutici sono molti, ma pressoché tutte le scuole si ispirano ad uno dei tre grandi modelli clinici, tuttora, presenti nello scenario della psicoterapia:

  1. modello psicoanalitico o psicodinamico
  2. modello cognitivo comportamentale
  3. modello sistemico relazionale

Questi tre modelli hanno una diversa concezione della natura umana, della psicopatologia e del cambiamento.

Andiamo a vederli più da vicino.

1. Scuole ad orientamento psicoanalitico o psicodinamico

Alla base di queste scuole c’è la psicoanalisi classica freudiana e i suoi sviluppi più o meno recenti. 

Vi sono, poi, prospettive eterodosse e psicodinamiche riconducibili a Jung, Adler, Lacan o ad altri psicoanalisti che si sono distaccati dalla psicoanalisi classica pur conservandone i presupposti fondamentali.

Molti modelli psicoanalitici, non solo psicodinamici, rifiutano la prospettiva pulsionale freudiana. Pressoché tutti, però, mantengono l’idea che i processi mentali siano in gran parte inconsci e considerano la psicopatologia esito di un conflitto fondamentalmente intrapsichico le cui motivazioni più importanti sono inconsapevoli. 

Per questo modello, infatti, l’attenzione è rivolta all’individuo e alla sua vita interiore.

L’obiettivo è aumentare la consapevolezza.

Tutti questi modelli sono nati dall’esperienza clinica e mantengono il focus:

  • sull’individuo e sui suoi conflitti intrapsichici
  • sui meccanismi inconsci considerati all’origine del disagio e della psicopatologia
  • sul passato e sulle esperienze infantili
  • sulla relazione terapeutica analista-paziente, intesa come sede di reciproche proiezioni, dette transfert e controtransfert, e come esperienza correttiva.

Le psicoterapie analitiche hanno obiettivi molto ambiziosi e una lunga durata. Prevedono quattro sedute la settimana e un setting con il lettino.

Le psicoterapie psicodinamiche sono più brevi. Prevedono una o due sedute settimanali, e generalmente sono vis a vis.

Le scuole che si rifanno a questo orientamento richiedono che l’allievo faccia una psicoterapia ad orientamento analitico.

Punti di forza: esplorazione al di là della consapevolezza della sessualità e del mondo interiore; disponibilità di un modello globale della personalità umana.

Punti di debolezza: onerosità del trattamento in termini di tempo e di costi; difficoltà di adattare il setting psicoanalitico o psicodinamico alla varietà di servizi, contesti, format e problemi.

2. Scuole di psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale

Le scuole ad orientamento cognitivo comportamentale si fondano sull’integrazione, avvenuta tra gli anni Sessanta e Settanta, ad opera di Aaron Beck e Albert Ellis, fra cognitivismo e behavior therapy.

É apparentemente uno strano matrimonio, visto che il cognitivismo nasce in netta opposizione al comportamentismo da cui la behavior therapy deriva. 

D’altra parte il cognitivismo non aveva inizialmente competenze cliniche. É infatti nato in rapporto a temi propri della psicologia generale, come il linguaggio e la memoria. Il behaviorismo aveva invece ormai costruito un set di tecniche terapeutiche. Il cognitivismo fornisce a questo connubio la cornice teorico-concettuale, mentre il behaviorismo, ormai obsolescente, fornisce un set di tecniche già sperimentate.

In tutte le scuole ad orientamento cognitivo-comportamentale la psicoterapia è intesa come una scienza sperimentale basata su evidenze empiriche. É un’impostazione che riflette la matrice dei loro modelli di riferimento – cognitivismo e behaviorismo- nati dell’ambito della psicologia sperimentale. 

In alcune scuole prevale la matrice cognitivista, in altre quella comportamentista. 

In tutte il focus è:

  • sull’individuo e sui suoi pensieri coscienti, convinzioni e schemi cognitivi 
  • sulle distorsioni cognitive e sui pensieri irrazionali, ritenuti responsabili dei problemi emotivi e comportamentali alla base della psicopatologia 
  • sul presente
  • sulla relazione terapeutica, intesa come relazione collaborativo-istruttiva. Il terapeuta insegna al paziente a correggere le sue distorsioni cognitive e a liberarsi dei pensieri irrazionali

Queste terapie sono generalmente molto brevi e si prefiggono obiettivi circoscritti.

Punti di forza: brevità del trattamento, che può essere manualizzabile e appreso facilmente

Punti di debolezza: esplorazione limitata alla consapevolezza; può essere applicato a un numero circoscritto di psicopatologie e problemi.

3. Scuole di psicoterapia ad orientamento sistemico relazionale

scuola di psicoterapia sistemica

Le scuole di psicoterapia sistemico-relazionale nascono tra gli anni Cinquanta e Sessanta ad opera di Bateson e della scuola di Palo Alto di cui principali esponenti sono Jay Haley, Don Jackson, Paul Watzlawick.

Propongono un modo di concepire la psicopatologia, la formazione dei problemi e la loro soluzione radicalmente diverso da tutti i modelli clinici precedenti. 

Questa nuova way of thinking si fonda sull’idea di “mente contestuale”.

Come ha sostenuto Bateson, anticipando di decenni ricerche neuropsicologiche recenti, la mente non è racchiusa nell’epidermide. I processi mentali sono costruiti e mantenuti nell’interazione con altre persone

La stessa psicopatologia, anche quella più grave, è vista da questo modello come un comportamento comunicativo adeguato al contesto in cui si sviluppa. E, naturalmente, per comprenderne il significato e per creare il processo di cambiamento bisogna allargare il campo di osservazione ai contesti di cui l’individuo è parte.

Il focus delle scuole ad orientamento sistemico-relazionale è:

  • sulle relazioni familiari e di coppia 
  • sui pattern interattivi disfunzionali e sulle narrative che si costruiscono assieme agli altri membri della famiglia che amplificano i problemi e creano psicopatologie
  • su presente, passato e futuro. I pensieri, i modi di sentire che ci guidano nel presente costruiscono il nostro passato non meno delle proiezioni future. I processi mnestici sono regolati da quello che le persone pensano e sentono nel qui ed ora e si trasformano nel corso della terapia
  • sui processi di cambiamento attraverso la costruzione di nuove narrative e di esperienze, pianificate nel contesto terapeutico, e sperimentate fuori dal setting psicoterapeutico.

Queste terapie, pur avendo obiettivi trasformativi ambiziosi, sono trattamenti abbastanza brevi. L’idea che le anima è che, rimossi i vincoli che impediscono alle risorse individuali e familiari di emergere, le persone siano in grado di trovare soluzioni creative ai loro problemi. 

Per questo viene spesso lasciato un intervallo abbastanza lungo tra una seduta e l’altra. L’obiettivo è consentire all’iniziativa e alla creatività delle persone e dei nuclei familiari a cui appartengono di esprimersi autonomamente.

Punti di forza: è flessibile, applicabile a servizi, contesti, problemi, format diversi e a pressochè tutte le psicopatologie. Dispone di un un modello globale di funzionamento della mente e del comportamento umano

Punti di debolezza: la sua applicazione ottimale prevede lavoro in equipe, specchio unidirezionale e videoregistrazioni, non è facilmente manualizzabile.

Queste sono le caratteristiche dei 3 principali modelli e approcci alla psicoterapia.

Abbiamo cercato di offrirti uno spaccato sulle diverse metodologie e sui punti di forza e di debolezza di ogni approccio.

Ti abbiamo dato una base ed un punto d’inizio per orientarti in questa difficile scelta.

Ora non resta che lasciarti guidare dal tuo cuore, dalla passione e dalle tue esperienze di vita.

Una volta scelto il modello? Ecco 6 consigli utili su come scegliere la scuola di psicoterapia

Scelto il modello sei già a buon punto! Hai dato una prima fondamentale risposta alla domanda “come scegliere la scuola di psicoterapia?”.

Le scuole di psicoterapia sono però estremamente diverse una dall’altra anche all’interno dello stesso modello. La tua ricerca non finisce qui, anzi, inizia proprio ora che hai circoscritto l’ambito su cui informarti.

Ecco alcuni consigli utili che potrebbero aiutarti ad orientarti nella scelta.

1. La pratica è importante! Scegli una scuola di psicoterapia che ti introduca subito nella professione

Informati sul percorso formativo e sul tipo di didattica della scuola e scegli scuole di psicoterapia che ti preparino a lavorare:

  • con un’ampia gamma di problemi
  • con una gamma di clienti altrettanto ampia
  • in vari tipi di servizi
  • in setting diversi (individuale, familiare…)

Una scuola che ti dia una preparazione settoriale e molto specifica, ad esempio tutta focalizzata sui bambini o sulla terapia familiare o sessuale, può essere una risorsa per il tuo inserimento professionale ma anche un pesante vincolo che può precludere occasioni di lavoro e esperienze professionali future.E soprattutto analizza il tipo di didattica. Non deve ripetere l’esperienza universitaria, deve essere una didattica attiva dove la pratica precede la teoria.

2. Partecipa agli open day e fai domande ai docenti

Come fai a scegliere la scuola di psicoterapia se non ti informi?

É indispensabile che tu legga e analizzi con attenzione i siti delle scuole di psicoterapia dell’orientamento scelto. Possono esserci tante informazioni che potrebbero chiarirti le idee.

Anche gli open day sono molto importanti in quanto puoi vedere più da vicino la realtà in cui sarai inserito e prenderne parte. Ormai quasi tutte le scuole di psicoterapia ne organizzano uno.Partecipa! Non è tempo sprecato! E, soprattutto, assumi un ruolo attivo: fai domande e chiedi chiarimenti.

3. Chiedi consiglio ad allievi e ex allievi ormai terapeuti in carriera

Fatti spiegare bene dagli allievi e dai terapeuti che si sono formati nelle scuole dell’indirizzo che hai scelto:

  • come è organizzata la scuola
  • cosa stanno imparando o hanno imparato.

Osserva con attenzione: 

  • come ti parlano della scuola di psicoterapia che stanno frequentando o che hanno frequentato
  • se ti sembrano entusiasti 
  • se ti sembrano competenti.

Gli allievi possono sicuramente darti un ottimo supporto su come scegliere la scuola di psicoterapia. Questi contatti sono importanti perché i docenti delle scuole di psicoterapia hanno un punto di vista necessariamente diverso da te che stai cercando la scuola di psicoterapia. Gli allievi o anche gli ex allievi esprimono, invece, un punto di vista più vicino al tuo.

4. Non farti condizionare dai costi di iscrizione

La tua affermazione professionale dipenderà più dalle competenze che acquisirai che dal possesso del diploma.

Quindi scegli la scuola che ti dia più garanzie di farti acquisire competenze e professionalità!

Una scuola che ti faccia accedere più velocemente al mondo del lavoro.

Non farti condizionare dai costi di iscrizione e frequenza, ma dai un’occhiata ai professionisti e ai docenti che ci lavorano all’interno.

5. Capisci se la scuola ha un network scientifico e professionale nazionale e internazionale

Evita le scuole ripiegate entro un sapere localistico. Privilegia quelle aperte al confronto.

Se la scuola di psicoterapia che sceglierai dispone di una folta rete di relazioni e gode di stima nel campo della psicoterapia, anche tu ti troverai inserito in un mondo professionale ricco di stimoli, di occasioni di lavoro e di crescita

Quanto più esteso è il network scientifico e professionale quanto sarà per te più facile trovare lavoro.

Come capirlo?

  • Dai un’occhiata all’esperienza clinica e alle pubblicazioni dei docenti della scuola
  • Leggi le loro pubblicazioni, almeno quelle più importanti
  • Controlla che non sia solo un centro di formazione ma anche un centro clinico, in cui si svolge un’attività psicoterapeutica
  • Verifica che sia un istituto in cui si fa ricerca
  • Accertati che sia inserita in una rete internazionale. Una scuola di psicoterapia che sia inserita in un network internazionale va preferita. Globalizzazione e internazionalizzazione sono dei trend ineludibili che potrebbero fornirti importanti occasioni di inserimento professionale.

6. Scegli la scuola di psicoterapia in sintonia con te e con la tua storia

Tenuto conto di tutti questi aspetti, come scegliere la scuola di psicoterapia che valorizzerà le tue risorse? Guarda dentro di te e ascolta le vibrazioni del tuo cuore.

La scuola di psicoterapia, mentre ti insegna un mestiere, ti fornisce nuovi occhi con cui vedere la realtà personale e relazionale di cui sei parte.

L’esperienza che vivrai sarà anche un’esperienza che, prima di tutto, trasformerà te stesso.

Deve quindi scattare in te una sorta di innamoramento.

La scuola di psicoterapia sistemico relazionale EIST: questa è un’occasione per conoscerci meglio

Questo articolo è opera della scuola di psicoterapia sistemico relazionale EIST.

Siamo orgogliosi della nostra scuola, è un’eccellenza! Qui non ne abbiamo parlato perché abbiamo cercato di darti una mano ad affrontare questa decisione che determinerà il tuo futuro professionale. 

Se sei interessato alle psicoterapie sistemico-relazionali ti consigliamo caldamente di conoscerci meglio. Ne vale la pena! Potrai così verificare se la nostra proposta corrisponde a te, a come sei, alle tue attitudini e alle tue aspettative. 

Clicca sul pulsante qui in basso per leggere l’articolo e scoprire di più sulla scuola di psicoterapia sistemico relazionale EIST.

Forse potrà scattare finalmente la scintilla!

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