Psicopatologia e semantica

Le famiglie differiscono profondamente l’una dall’altra anche quando appartengono alla stessa cultura. Finora il modello delle polarità semantiche familiari ha individuato quattro insiemi coerenti di significati, ciascuno dei quali alimentato da specifiche emozioni, chiamati semantica della libertà, della bontà, del potere e dell’appartenenza. Ciascuna di queste semantiche esprime una premessa caratteristica della cultura occidentale che può essere sinteticamente espressa come l’idea di libertà come indipendenza dalle relazioni, di bontà astinente, di uguaglianza come abbattimento delle differenze e di appartenenza  irrevocabile ad un gruppo di relazioni. Queste idee hanno una precisa storia nel più ampio contesto culturale e giocano un ruolo centrale nelle famiglie dove le semantiche della libertà, della bontà, del potere e dell’appartenenza dominano la conversazione.

Una delle tesi avanzate dalla teoria delle polarità semantiche è che queste semantiche dominino la conversazione familiare delle persone con disturbi dello spettro fobico (semantica della libertà), ossessivo-compulsivi (semantica della bontà), alimentari psicogeni (semantica del potere), depressioni e altri disturbi dell’umore (semantica dell’appartenenza). Per esempio, in una famiglia dove un membro ha un disturbo ossessivo-compulsivo le polarità buono-cattivo e vivo-morto, alimentate dalla opposizione emotiva colpa-godimento dei sensi, dominano la conversazione. Gli episodi che mettono in gioco deliberata volontà di fare del male, egoismo, avidità, godimento colpevole dei sensi, ma anche bontà, purezza, innocenza, ascesi, così come sacrificio e abnegazione saranno al centro dello scambio comunicativo. I membri di queste famiglie si sentiranno di conseguenza, e saranno considerati, buoni, puri, responsabili, o, al contrario cattivi, egoisti, immorali. Incontreranno persone che li salveranno, li eleveranno o, al contrario, li inizieranno al vizio, li indurranno a comportamenti di cui poi potranno sentirsi colpevoli. Sposeranno persone capaci di abnegazione, innocenti, pure, o, invece, crudeli, egoiste che approfitteranno di loro. I loro figli saranno buoni, puri, casti o, al contrario, sfrenati nell’espressione dei loro desideri, violenti nell’affermazione di se stessi e della propria sessualità. Alcuni di essi soffriranno per l’egoismo e per la malvagità degli altri o per l’intrinseca cattiveria dei propri impulsi. Altri saranno orgogliosi della propria purezza e superiorità morale (Ugazio 2012, p. 163)

In molte famiglie, la semantica della bontà domina la conversazione, ma nessun membro sviluppa un disturbo ossessivo-compulsivo, a dispetto del fatto che i membri della famiglia esprimono narrative su se stessi, valori, modalità di relazionarsi simili a quelle sviluppate dalle persone che soffrono di disturbi ossessivo-compulsivi. Questo è altrettanto vero per le altre tre semantiche menzionate. Ciò che è cruciale per la transizione dalla normalità alla psicopatologia sono le posizioni assunte entro la semantica critica dal paziente e dagli altri membri della famiglia.

La teoria delle polarità semantiche familiari ha tratteggiato, entro ciascuna semantica, specifici co-positioning, per lo meno triadici, assunti dai membri della famiglia. Questi co-positioning possono indurre un membro della famiglia a sperimentare specifici conflitti in relazione alle polarità semantiche critiche. Quando ciò accade il soggetto può oscillare fra posizioni che si escludono mutualmente e alla fine sviluppare una psicopatologia conclamata.

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